Teatro di Pitigliano
“La stranissima coppia”
Incontro con Diego Ruiz e Milena Miconi a Pitigliano con la commedia “La stranissima coppia” presso il Teatro Salvini.
Pitigliano- Il 18 Gennaio si è aperta la stagione del Teatro Salvini con la commedia “La stranissima coppia” scritta, diretta e interpretata da Diego Ruiz e con Milena Miconi. Un cartellone ricco di belle rappresentazioni, che offriranno al pubblico pitiglianese opere divertenti e appassionanti.
I due attori, gentili e affabili, hanno accettato di incontrarmi nel pomeriggio prima dello spettacolo per parlarmi del loro lavoro. Una commedia che a Roma è stata di grande successo, con repliche andate avanti per tre mesi e lo stesso succede nei teatri in cui hanno scelto di rappresentarla.
Benvenuti! Chi è la “stranissima coppia” che portate in scena? Cosa potete dire dei vostri personaggi?
DR: Beh è la storia dei tipici quarantenni di oggi. Ho deciso di raccontare la vita di questa generazione che sempre più spesso si trova a dover affrontare un divorzio e poi a doversi ricreare una storia sentimentale. Sono uomini e donne traumatizzati dalle esperienze andate male, che non sanno più rimettersi in gioco sentimentalmente.
Racconta la storia di quella generazione che oggi sembra un po’ spaesata, che non sa bene trovare una collocazione, sebbene le sia stata data una spinta e un po’ di smalto dalla “nuova e giovane classe politica”?
DR: Si. Sono persone non più giovani che non sanno affrontare la realtà, ma sono pieni di pregiudizi, paure e corazze. E dunque non sanno lasciarsi andare.
MM: Noi parliamo di persone vere, ci rifacciamo alla realtà. Molte amiche o donne che conosco incontrano queste difficoltà. Hanno perso l’incoscienza dell’adolescenza, quella che ti fa credere al colpo di fulmine e all’amore romantico; poi nella realtà non è così, sono pieni di paure e di tic e questo li porta ad incontrare le difficoltà in un nuovo rapporto.
Cosa raccontate?
DR: Tutto inizia con un appuntamento al buio. I nostri personaggi, che hanno tratti un po’ eccessivi, sono impauriti e iniziano con battibecchi e litigate. Un inizio complicato. Poi con la conoscenza cominciano a fidarsi un po’ di più, anche se il finale è aperto e non si sa se si metteranno insieme..
MM: I protagonisti all’inizio non si piacciono, anzi si stanno proprio sulle palle, ma perché non hanno più fiducia in sé, solo perché vogliono evitarsi fregature. Poi capiscono, come succede nella vita, che tutti abbiamo gli stessi problemi, li possiamo riconoscere nell’altro e sebbene uomo e donna li affrontino in maniera diversa, si possono affrontare anche insieme perché si accettano le fragilità e ci si riconosce.
Non è la classica storia romantica…
DR: Ma perché la realtà non è come i film romantici. Nella realtà ci si scontra con le nevrosi, le meschinità, le cose terra terra ed è questo che ho cercato di rappresentare.
MM: Questo fa si che le persone si riconoscano nei personaggi. Spesso quando siamo sul palco sentiamo il pubblico che commenta. Una moglie che apostrofa il marito e gli dice “tu sei così, tu fai così” e noi giochiamo anche con questo aspetto per creare comicità ed empatia. In teatro il contatto con le persone è tutto.
La comicità infatti sembra essere uno dei tratti fondamentali di questo spettacolo. Quale alchimia avete trovato?
MM: La cosa fondamentale è che noi stessi ci divertiamo insieme sul palco e questo feeling tra noi si percepisce. Ci siamo trovati subito bene, poi ormai siamo andati in scena tante volte che siamo liberi di relazionarci con il pubblico.
DR: Ormai capiamo lo sguardo dell’altro o un tono e sappiamo costruirci sopra il resto, facendo fronte agli imprevisti che spesso accadono. Stiamo bene insieme e ti senti fortunato.
MM: E poi l’alchimia è nella scrittura, perché Diego è riuscito a costruire una sceneggiatura piacevole e bella, è scritta davvero bene; che stimola anche il commento nello spettatore.
La risata, la sceneggiatura, la storia e un palcoscenico intimo sembrano essere i tratti caratteristici dello spettacolo. A Roma è andato benissimo e il pubblico vi segue, sembra andare un po’ in controtendenza con la crisi che sta subendo l’arte e il teatro.
DR: Credo perché la nostra è una commedia leggera, scritta con tutti i crismi, anche di commedia brillante e il pubblico viene volentieri. Fa piacere passare un paio d’ore in allegria. Forse il nostro è un prodotto più commerciale rispetto ad altre rappresentazioni teatrali. Siamo stati fortunati.
MM: Credo che passi il divertimento e quindi il pubblico risponde bene.
DR: A Roma ad esempio è stato fondamentale il passaparola. Le persone una volta usciti dal nostro spettacolo lo consigliavano ad altri e così si sono sviluppate le nostre repliche.. Anche attraverso il passaparola sui social network.
Così anche nel vostro lavoro i social network sono diventati fondamentali?
DR: I social sono importanti. Puoi rendere conto del tuo lavoro, scambiare opinioni con il tuo pubblico. Ti serve per farti pubblicità. Capita che ti chiedano quando passerai da qualche città con il tuo spettacolo e così si crea un legame ancora più stretto con chi ti segue.
MM: E’ bello ricevere i complimenti per quello che fai, sapere che il tuo lavoro interessa. Io non amo metterci cose troppo personali ma per il lavoro lo uso molto.
DR: Prima l’attore aveva la pubblicità più tipica per promuovere il proprio lavoro, adesso ha anche questi canali per far sapere al suo pubblico cosa fa.
Per concludere, in base alla vostra esperienza e allo studio che avrete fatto per costruire i personaggi, quale consiglio dareste ai quarantenni, si devono lasciare andare ai sentimenti?
DR: Si, io penso proprio di si. Bisogna lasciarsi andare all’innamoramento; è una cosa così coinvolgente, così totalizzante che vale la pena viverlo. Il dolore non si può evitare nella vita e allora è preferibile affrontarlo, correre il rischio, perché quello che ci potrebbe riservare l’amore è molto più piacevole. Ho capito, nel tempo, che bisogna buttarsi e lasciarsi andare.
MM: (un po’ indecisa) Per me da donna e da mamma è un po’ diverso. Io se dovessi affrontare un nuovo inizio avrei qualche difficoltà, ma perché prima di tutto adesso vengono le mie figlie, sono la priorità. Comunque una volta appurato questo potrei lasciarmi andare ad un nuovo percorso. Vorrei trovare un equilibrio con tutte le mie esigenze.
E così si è conclusa una chiacchierata piacevole con due professionisti del teatro nazionale, che hanno portato risate e qualità nel nostro paese. Il pubblico ancora una volta ha partecipato, si è riconosciuto nelle beghe di coppia e se ne sarà andato a casa pensando che in fondo non c’è niente di meglio che una storia d’amore, sperando ovviamente nel lieto fine.
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