Intervista

Lavoro già uscito su "La Voce del Campo" di Siena

INTERVISTA A LUNETTA SAVINO


Indimenticabile per tante spettatrici e spettatori nel ruolo di “Cettina”, che ha regalato serate piacevoli e risate in “Un medico in famiglia”. Ma ha recitato anche in “Saturno contro” (2007) e “Mine vaganti” (2010), proprio con questo ultimo film è stata candidata e ha vinto il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista. Tanti altri sono i titoli che compongono la sua carriera, fatta di comicità e anche di interpretazioni drammatiche e commoventi.
Ora è in scena insieme ad Emilio Solfrizzi con “Due di noi”, commedia scritta da Michael Frayn, diretta da Leo Muscato. La pièce è andata in scena al Teatro dei Rinnovati il 12-13-14 Marzo, registrando un grande successo e il tutto esaurito. Sono tre atti unici in cui si racconta la vita di coppia in tre diverse situazioni. E i due attori danno prova della loro bravura di interpreti, tra battute esilaranti, parodistiche e a tratti anche malinconiche.
“La Voce” ha incontrato Lunetta Savino per parlare dello spettacolo, della carriera e della “questione femminile”.
Parliamo dello spettacolo “Due di noi”. La pièce è composta di tre atti e lei sulla scena deve interpretare diversi personaggi.
“In totale faccio cinque personaggi: quattro donne e un uomo. Nel 1° atto sono una moglie e io e mio marito siamo stressati dalla presenza di un bambino che piange in continuazione. Nel 2° sono una moglie che non ha dialogo con il proprio compagno, tanto che parla solo con il suo piede, l’unico elemento che ha una reazione. Per me è stato difficile perché parlo parlo, ma in fondo sono sola. Nel 3° atto, il più complicato, rappresento due donne e un giovane diciannovenne e questo è l’atto più divertente per un attore che deve cimentarsi in diversi ruoli.” 
La storia è stata scritta nel 1970 è ancora attuale? Le coppie che racconta possono essere anche quelle di oggi? E le donne?
“È attuale perché i problemi di coppia sono proprio ancora quelli che vediamo intorno a noi. E anche le donne sono rappresentative per i tempi di oggi. Ad esempio nel primo atto la coppia stressata dal figlio che piange è cosa molto comune. Il secondo è forse quello in cui è maggiore il senso degli anni ‘70 e dell’ambiente british; l’atto più difficile da mettere in scena proprio perché è il meno realistico. L’ultimo atto è il più movimentato, il più complesso e il più divertente. Tutto rappresenta le coppie di oggi, con ironia e a volte in modo paradossale, anche se a tratti i toni sono anche malinconici. La cosa importante per un grande scrittore è comporre un testo buono ma che possa superare i tempi e Michale Frayn anche se ha scritto una commedia in cui si percepisce la critica alla sua società, facilmente può transitare in altre epoche.”
Lei ha recitato anche per televisione e cinema. Ha vinto anche dei riconoscimenti con i due film di Ferzan Ozpetek. Come è stato lavorare con questo grande regista?
“È stata un’esperienza entusiasmante, perché Ferzan Ozpetek è un grande artista. È uno che osa e non è facile trovare artisti che osano. Inoltre è attento, ricettivo anche alle suggestioni che gli attori e le attrici possono fornirgli. Nel primo film - Saturno Contro - ho avuto un ruolo più marginale ma è stato molto emozionante. Nel secondo ho avuto un ruolo più importante - Mine Vaganti - e c’è stato il modo di studiare meglio il personaggio. Altrettanto importante è stato il rapporto creato con i colleghi.”
Come rappresentante del comitato Se non ora quando, crede che da quando avete iniziato le proteste le cose siano migliorate? Si sia mosso qualcosa?
“L’Italia è un paese molto indietro. Non c’è ancora nessun problema risolto. C’è da lavorare tanto per cambiare le cose per le donne.”
Può raccontare quali sono gli ultimi progetti di Snoq?
“Ultimamente c’è stato l’incontro con i partiti e i ministri, perché stanno riconoscendo Snoq come una forza importante: un gruppo che può contare. Snoq può essere un interlocutore per cambiare il Paese. 
Sono stati individuati i punti per le prossime uscite; i punti per i quali combattere, che sono dei risultati da ottenere. Le cose da fare sono tante e non è facile riassumere tutto, ma sia a livello nazionale che locale ci sono riunioni, scambio di pensieri, partono iniziative. La cosa che stiamo facendo ora è cercare di costituire un vero e proprio gruppo organizzato e forte.”
Siena è stata un posto importante per gli  sviluppi del comitato. Conosce sicuramente la vicenda delle donne della contrada dell’oca, che hanno lottato per farsi concedere il voto; come sono state supportate da voi?
“Infatti Siena è stata molto importante, a luglio siamo state qui due giorni. Conosco i fatti della contrada e il comitato le ha sostenute e infatti la battaglia è stata vinta. Non conosco bene le dinamiche della contrada ma questo era un fatto strano ed era giusto che venisse cambiato.
Questo è l’esempio di una buona pratica, infatti se le donne si organizzano e si impegnano riescono a vincere. La dimostrazione che nel piccolo e nel locale si possono cambiare le cose.”
Quali sono i passi che devono compiere le donne?
 “È fondamentale organizzarsi. A lungo il problema è stato proprio questo; bisogna entrare nella cosa. Noi dobbiamo andare al di là della politica, delle ideologie per fare passi comuni. Riuscire ad avere e diffondere un punto di vista comune. Bisogna non più pensare al maschile, perché siamo state sempre governate non solo dai maschi ma proprio da un pensiero al maschile.
Le donne sono diverse dagli uomini, ma questa è la ricchezza che hanno da offrire e non da elemosinare.”
(Elena Tiribocchi)

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