Donne impegnate
Questa è una intervista fatta ad una imprenditrice senese, uscita un bel po' di tempo fa su "La voce del Campo" di Siena. Resta comunque l'esempio di una donna forte e capace..
UNA VERA DONNA
Per celebrare la Festa delle Donne abbiamo scelto di intervistare una donna vera, che lavora, ama e vive a Siena. Lei è Alessandra Casini Bindi Sergardi, executive Manager dell’azienda vitivinicola di famiglia.
Una bella donna, sorridente, affabile che può rappresentare ed essere un esempio per molte donne. Il dibattito femminile è sempre vivo e accesso ma quando si hanno le esperienze di donne che ce l’hanno fatta è il modo migliore per celebrare il “sesso debole”.
Di debole la signora Alessandra non ha niente, perché si trova a gestire un’azienda di 100 ettari di vigneto che viene tramandata dal 1400. Una donna determinata che ama le sfide e soprattutto le vuole vincere. Al tempo stesso è una moglie, una madre attenta e felice.
Le esperienze di studio e i primi passi nel mondo del lavoro quali sono stati?
“Mi sono diplomata a Siena, e laureata in Economia e Commercio a Firenze. Un’esperienza importante e che ha voluto mio padre è stato lavorare per un po’ di tempo fuori dall’azienda di famiglia. Infatti per tre anni ho lavorato per l’azienda Antinori a Firenze. Sono sei anni che mi occupo dell’azienda di famiglia. All’inizio ho fatto le prime due vendemmie in cantina per capire il lavoro fino in fondo; in modo da riuscire ad ottenere un prodotto che rispecchiasse sia l'identità, sia la tradizione della zona e ancora la nostra filosofia di produzione”.
Quali consigli ha ricevuto dai suoi genitori?
“La mia fortuna è stata avere una educazione ibrida, ossia metà senese - il padre Nicolò Casini è un senese doc - e metà anglosassone – la madre, Joan Coburn, una americana laureata a Harvard. Un vantaggio, avere una doppia cultura, che da una parte mi ha dato le radici e l’importanza della tradizione tipicamente italiane; l' essere pragmatici, trasmessa dalla parte americana della famiglia.
Mia madre a diciotto anni ci ha mandati fuori casa, come succede di solito nelle famiglie americane. Questo è stato importante per formare un carattere combattivo e che si sappia arrangiare in ogni situazione. Andare oltre i propri confini fa si che la mente sia più aperta, cosa molto utile anche nel lavoro”.
Quali sono i segreti per gestire una buona azienda?
“Cercare di creare un team, una squadra affiatata. Un gruppo dove ci sia la fiducia e buoni rapporti per creare un prodotto di qualità. Inoltre è importante capire che bisogna esaltare le caratteristiche del nostro territorio; cercare di creare un prodotto che risalti le qualità che la nostra terra può dare. Bisogna ricordarsi che qui ci sono cantine secolari, tradizioni che hanno una storia alle spalle e questi possono essere i nostri punti di forza”.
Che rapporto ha con la città?
“Siena è una terra baciata da Dio, per il vino e per il settore di cui mi occupo. Io sono felice di essere cresciuta nella campagna di Monteriggioni e di vivere in questa splendida città, che dovremmo valorizzare di più. Io ho ereditato l’amore per la terra da mio padre, che è un vero agricoltore e se potesse mangerebbe la terra come Rossella O’Hara“ .
Che tipo di azienda è la sua?
“Una azienda medio-grande e la caratteristica principale è che si lavora sempre in prima persona. Io sono sempre presente dalla cantina ai rapporti commerciali con l'estero e in Italia. Mio padre si occupa della parte agronomica insieme al nostro collaboratore Paolo Silei mentre io mi confronto con i nostri enologi. Non potrei fare a meno di Caterina Saletti, il mio alter-ego in ufficio”.
Essere donna lavoratrice e avere una famiglia, come si può conciliare?
“È dura ma si può fare tutto. Bisogna innanzi tutto avere un rapporto di qualità con la propria figlia, ovviamente anche di quantità. Bisogna saper separare il lavoro dalla famiglia, sempre considerando che la famiglia è la priorità”.
Qual è la sua forza?
“Uno sguardo positivo, non perdere tempo, ma trovare sempre una soluzione ai problemi, con fiducia e con il sorriso. Nel lavoro è stato importante all’inizio svolgere tutte le mansioni, in modo da capire ogni livello della produzione. Questo serve anche per creare un team unito, per dare il buon esempio, per godere di rispetto e fiducia”.
Come si combatte la crisi?
“Io ho iniziato nel 2005, praticamente all’inizio della crisi, però si può sopravvivere. Ci vuole determinazione e cercare di produrre la qualità. Concentrarsi sulle cose migliori che vengono fuori dal nostro territorio e che ci rendono unici, come le coltivazioni di Sangiovese. Ricordarsi della storia che c’è dietro la bottiglia. E soprattutto avere contatti, le relazioni interpersonali sono fondamentali; ed è la cosa che amo di più. E poi lavorare, lavorare, lavorare”.
Insomma questa signora può davvero rappresentare per ogni lettrice o ogni lettore un buon esempio, da stimare e da seguire. Bisogna amare quello che si fa e, lei lo ama. Cercare la felicità che non ha prezzo, anche a costo di sacrifici e duro lavoro. Questo è e deve essere lo spirito delle donne di oggi.
(Elena Tiribocchi)
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