Poesia locale

POESIA IN OTTAVA RIMA



Esiste un signore che vive a Pitigliano e che dopo la pensione ha deciso di dedicare il suo tempo alla poesia. Attività singolare per un uomo che ha frequentato la scuola fino alla quinta elementare e che per tutta la vita ha fatto il contadino prima, il guardiano delle sorgenti d’acqua del territorio pitiglianese dopo. Ma la poesia nasce spesso in luoghi impensabili e fa il piacere dei lettori.
Virgilio Dominici è un signore di ottantacinque anni, originario di San Quirico (Sorano) ma da quando si è sposato abita a Pitigliano. Aveva in famiglia dei parenti improvvisatori di ottave rime e ricordandosi il loro modo di comporre ha iniziato a farlo anche lui.
Scrive in ottava rima, il verso reso celebre dai poemi cavallereschi di Ariosto e Tasso, ma è anche il metro della tradizione poetica popolare maremmana. Forse non era tanto inusuale passare per osterie o cortili di campagna a sera e sentire uomini che raccontavano storie, che intrattenevano altri amici e familiari, per ingannare le fatiche della giornata e per tramandarsi storie e vicende della loro vita quotidiana.
Oggi esistono dei festival di poesia estemporanea nelle nostre terre. Ma lo “Stapazza rime” di Pitigliano, come si definisce lui, ha iniziato a scrivere come passatempo e per tenere la mente in allenamento.
Mi ha raccontato che aveva iniziato «Per lasciare questi versi ai miei familiari, ai parenti più stretti e poi invece sono piaciuti e sono passati anche ad altri». 
Il signor Dominici scrive dei veri e propri poemi. Il suo lavoro inizia con lo studio su un periodo storico o su qualche personaggio. Durante la lettura, spesso su internet, prende appunti e poi trasforma tutto in versi rimati e ritmati, dove la grammatica non è sempre perfetta eppure c’è tutta la musica del parlare locale e dialettale.
In questi anni ha studiato tanto ed è venuto a conoscenza di vicende del tutto singolari. Si stupisce spesso degli intrighi, di potere e d’amore, che avvenivano nelle casate medievali.
I temi che tratta sono storici e vanno dalle epoche romane, passando per il Medioevo «che ho attraversato quasi tutto» come dice lui, fino ad arrivare ad episodi più recenti come l’Unità d’Italia. I luoghi che racconta sono quelli locali, che ben conosce, per averci sempre vissuto.
Le sue ottave narrano la storia di Pia de’ Tolomei, Genoveffa di Brabante, Margherita Aldobrandeschi; e ancora la storia degli Aldobrandeschi o degli Orsini, di Pitigliano e di altri siti locali.
Il lavoro non si ferma solo alla composizione ma anche alla trascrizione sul pc e alla stampa. Virgilio ha imparato anche a rilegare i suoi libri, crea le copertine, sceglie le foto, producendo così dei libri completi.
I volumi poi li regala; non hanno prezzo, non lo fa per guadagnare del denaro. I libri li dona, inizialmente lo faceva con parenti e amici più cari, ma adesso sono molti di più quelli che possono leggere le sue poesie. «Avrò regalato almeno mille copie» ha detto di fronte all’elenco di tutti i destinatari.
Nel tempo il signor Dominici ha iniziato ad essere riconosciuto dai suoi compaesani e anche dalle istituzioni locali. Alcuni anni fa il comune di Sorano ha sostenuto la pubblicazione di un suo testo San Quirico erede di Vitozza, che contiene anche una Introduzione del sindaco Pierandrea Vanni, che ha ringraziato  il poeta “per l’attacamento che dimostra alle sue radici e per il lavoro di ricerca che porta avanti da molti anni con il desiderio di conoscere e far conoscere la storia e le tradizioni locali, alle quali  appartiene a pieno titolo anche la poesia in ottava rima”. 
I lettori accolgono sempre con entusiasmo le sue opere e modestamente Virgilio rifiuta i tanti complimenti perché dice «Io lo so’ da me che questi poemi non sono granché» e ha aggiunto «I veri poeti sono altri, il Leopardi, l’Ariosto, il Belli».
Alcuni lavori di questo signore si possono leggere consultando la sezione a lui dedicata del sito del giornale locale soranese www.lavocedelcapacciolo.it o anche sul sito dell’Associazione culturale Tages di Pitigliano.
A coloro che hanno voglia di leggere le sue storie, a coloro che hanno voglia di ascoltare qualcosa che sa di passato, ma che fa parte del vissuto dei nostri predecessori lui dice “Questa composizion con tanti errori,/con sincero affetto e tutta la stima,/ ve la dona col cuor cari lettori,/ quello che si firma strapazza rima”.

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