Piccoli ospedali
Inserisco questo articolo, di qualche mese fa, per dar conto di cosa sta succedendo ai piccoli ospedali di provincia. Il lavoro andrà avanti, cercando di capire quali sviluppi ci saranno. Un tema caldo, che sta a cuore a molti cittadini.
Articolo già uscito sul quotidiano online MaremmaNews.it
MARCIA PER LA SALUTE
Sabato a Firenze una manifestazione contro la chiusura dei piccoli ospedali. Lungo le vie del centro cittadini e sindaci per chiedere al governatore Enrico Rossi di occuparsi di tutti i toscani allo stesso modo
Firenze- La marcia di sabato 7 dicembre 2013 a suon di musica, slogan, fischietti e anche campanacci ha percorso le strade del centro di Firenze. Cinquecentotrentadue persone, provenienti da tutta la Toscana, per manifestare contro i tagli dei piccoli ospedali.
Sindaci, comitati, cittadini si erano dati appuntamento in piazza Indipendenza. E la gente si è organizzata con macchine proprie, autobus, treni e nave (perché c’erano anche gli abitanti dell’Elba). All’ora stabilita hanno cominciato ad arrivare gruppetti di manifestanti, gente normale, di ogni età e di esperienze diverse tra loro.
Questi pensionati, lavoratori, studenti hanno indossato pettorine, srotolato gli striscioni e in una lenta marcia scandita dalla musica hanno cominciato a percorrere le strade del centro di Firenze, che per l’occasione erano state bloccate al traffico.
La giornata era limpida e non troppo fredda, le vie del centro storico erano addobbate per il Natale e sembrava proprio una grande festa. C’era la voglia di stare insieme, con la consapevolezza di essere uniti per un progetto comune.
Tanti sono stati gli abbracci e i sorrisi tra chi è arrivato, una solidarietà venuta fuori dalla certezza di essere tutti nella stessa critica situazione. Le responsabilità certo sono state attribuite alla politica, in principal modo alla Regione Toscana, perché con la politica che privilegia i centri maggiori, sembra talvolta essersi dimenticata dei più piccoli.
I tagli si sa costano molto per il benessere dei cittadini e forse in questo periodo storico non si può farne a meno, sebbene però questo voglia dire privare spesso le persone di un servizio fondamentale come quello ospedaliero.
Tagliare serve, tagliare è necessario però poi in certe zone della Toscana, ma sarà così anche per il resto d’Italia, si resta senza un posto dove andare se ci si sente male all’improvviso. Se si ha bisogno di cure bisogna spostarsi a molta distanza dalla propria abitazione. E diventa uno stress che si accumula a quello della malattia, per il paziente e per coloro che lo dovranno assistere.
Alla manifestazione sabato erano presenti anche molti sindaci, arrivati in rappresentanza e sostegno delle proprie comunità. Erano in prima fila con le loro fasce tricolori, era arrivato a sostenere i colleghi anche un sindaco siciliano. E questi signori e signore hanno marciato insieme agli altri, applaudito la loro gente e parlato spiegando le loro ragioni.
Mentre il corteo attraversava Firenze, la gente si fermava a guardare l’allegra marcia, che con flash mob fatti da ragazze in guanti bianchi, catturavano l’attenzione. E allora foto, video perché ormai tutti sono testimoni. Ma molti chiedevano cosa stesse succedendo e approvavano questa battaglia perché come si fa non essere dalla parte di chi vuole il sostegno alla salute.
L’ultima parte della giornata si è svolta nella piazza di Santa Maria Novella. Si è formato un grande cerchio, striscioni alzati, terzo ballo delle ragazze e infine hanno parlato i rappresentanti dei manifestanti, in un discorso virtuale alle istituzioni maggiori della regione.
Il primo a prendere la parola il giovane rappresentante dei comitati che ha dichiarato che “I Patti Territoriali non vanno stretti, sono uno strumento per dare la responsabilità alle istituzioni locali e per poi istituire una guerra tra poveri” e ha aggiunto “Chiuderanno i reparti e diminuiranno i posti letto, non manterranno le promesse”.
E poi il messaggio di Don Renzo rappresentante della comunità di Cecina che ha citato la Costituzione dicendo che tutti i cittadini sono uguali e che “la salute è un diritto come la vita e la felicità” e ha gridato infine “Lo vogliamo!”.
C’era anche un gruppo di manifestanti di Pitigliano non troppo numeroso ma uniti a tutti gli altri corregionali sembravano molti di più. Erano un unico blocco, convinti e orgogliosi di esserci. E hanno cantato, ballato e portato i manifesti per tutta la propria comunità. Perché se questa “battaglia” dovesse essere ascoltata e dovesse portare buone conquiste tutti ne usufruirebbero un po’.
La caratteristica principale di questa manifestazione era l’unità. Il cerchio conclusivo era più importante delle singole provenienze. Tutti insieme, persone vere e vive, che con le loro azioni dimostrano che non tutto è accettabile e che si può discutere, che si può talvolta svegliarsi dal torpore quotidiano in cui spesso cadiamo e che valiamo di più se sappiamo stringerci in un abbraccio sostenendo un’idea comune.
(Elena Tiribocchi)
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