Pari opportunità
Articolo già uscito su Nuovo Corriere del Tufo..
IL GREMBO DELLE MADRI
Superare la crisi attraverso nuovi modi di concepire la vita, spunti ripresi dal mondo delle donne.
Manciano- La capacità delle donne, ormai da tempo riconosciuta da molti, è quella di saper creare relazioni. Sarà per la sensibilità più spiccata, sarà la condizione materna implicita nel proprio essere o, forse il fatto che per lunghi secoli le donne siano state relegate in luoghi appartati, senza ricoprire ruoli importanti né avendo la possibilità di studiare e decidere per la propria vita; ma resta il fatto che si attribuisce loro questa attitudine.
Le donne hanno saputo instaurare relazioni tra loro, anche quando non avevano diritti. Erano appartate ma nel frattempo trovavano la complicità tra loro, imparando a vivere i rapporti speciali tra madre e figlia, i legami tra amiche, relazioni per raccontare il proprio spazio.
La nostra epoca sta attraversando una profonda crisi. Ognuno di noi la percepisce e cerca un appiglio per superarla, per far in modo che questo brutto periodo passi. In mezzo alle tante domande e ai bisogni, un ruolo importante potrebbero avere nuovi modi di concepire l’esistenza e la vita quotidiana o soltanto ritrovare modalità più semplici del passato da applicare ai giorni odierni. Una strada percorribile potrebbe essere quella di iniziare ad avere nuovi punti di vista o modelli di riferimento.
E in molti oggi pensano che una possibilità potrebbe essere concessa dal miglioramento della condizione delle donne, un rispetto maggiore dei diritti fondamentali di ognuno. Eliminare la violenza di genere, creare le condizioni per potere realizzarsi, avere piena libertà di espressione. Se tali condizioni si realizzassero potrebbero essere un punto a favore delle società capaci di attuarli.
Molte esperte che si occupano della questione femminile da diversi campi affermano che sarebbe utile promuovere la cultura delle donne, che non è semplicemente l’imposizione nei posti di potere di donne, bensì riuscire a guardare e far guardare il mondo da una prospettiva diversa.
Tutto questo per dire che si può ritrovare la dimensione della relazione. La possibilità di diffondere modelli di sensibilità, pace, dignità, amore nel rispetto della libertà. Avere un grembo più ampio per accogliere il mondo e accarezzarlo, come fa una madre con il suo pancione.
Ho parlato di questo e molto altro con Marzia Maestrello, che si occupa di Pari Opportunità presso il Comune di Manciano. Questa signora si occupa da anni di donne e, oltre ad essere una maestra di scuola elementare è anche una responsabile di Amnesty International Grosseto.
Nell’attività pensata per le donne nel paese c’è la ripresa dei corsi di lingua italiana e inglese, che hanno riscontrato un buon afflusso negli anni passati. I corsi hanno messo in contatto persone di diverse culture, arrivate da più parti del mondo. Ha detto “La relazione e la comunicazione sono fondamentali. Le donne ne hanno bisogno” aggiungendo “soprattutto le straniere, perché spesso si creano barriere”.
Non sapere la lingua, non conoscere nessuno, vivere in famiglie dove le donne non hanno capacità decisionali sono ostacoli e devono essere superati. E si può attuare mettendosi alla pari, riconoscendo che siamo tutte uguali, donne e ancor prima persone. Ritrovando il gusto dell’accoglienza dell’Altro. Ogni madre desidera proteggere e dare il meglio al proprio figlio. Uguali nei diritti e nella dignità, ognuno con le proprie caratteristiche personali.
Nella scuola inoltre è importante il rapporto con i bambini, specie stranieri, perché “Le madri imparano dai loro figli a fidarsi di noi”. Questo significa che la scuola è fondamentale per creare relazioni positive. E sarebbe opportuno ripensare i programmi e creare percorsi che diano gli strumenti ai bambini per vivere in un mondo dove tutti abbiano pari dignità.
Una proposta pensata per Manciano è il Tavolo della salute, già sperimentato a Grosseto, che prevede incontri tra operatrici e comunità; ogni volta una comunità diversa di quelle presenti sul territorio, in modo da iniziare un dialogo con le persone e una migliore convivenza.
Nel paese c’è sensibilità contro la violenza, che è presente anche se non così evidente, così si stanno pensando consultori e punti di ascolto, dove le persone in difficoltà potranno rivolgersi e sentirsi accudite. Il modello è immaginato secondo quanto è stato già attuato a Grosseto, che dal 2010 ha sperimentato un Pronto Soccorso Rosa, diventato modello per tutta la Toscana.
Una bella manifestazione è stata quella avvenuta intorno al 25 novembre -giornata mondiale contro la violenza sulle donne- in cui c’è stata l’installazione delle “scarpe rosse” in ricordo delle tante donne uccise, mostre e dibattiti. Una idea nata in seguito a quella giornata è la proposta fatta al Comune di dedicare una strada a Laura Franceschelli, giovane del paese vittima alcuni anni fa della violenza del suo compagno.
Altro suggerimento di Marzia Maestrello è quello di puntare sulla “teoria della cura”, uno spunto per migliorare la vita di ognuno. Declinare quella tradizione che è toccata alle donne del prendersi cura dei figli, dei malati, degli anziani; che le ha legate spesso alla vita e alla morte e farne una forza. Ciò vuol dire prenderci cura del nostro quotidiano, del nostro spazio: occuparci di un pezzetto di mondo per coprire la Terra tutta. La “Decrescita felice” l’ha chiamata.
(Elena Tiribocchi)

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