Pericolo chiusura ospedali
SALVIAMO I NOSTRI OSPEDALI!
Dibattito pubblico sulla salvaguardia dei piccoli ospedali delle zone più marginali della Toscana
Pitigliano- La Toscana è una delle regioni dove si vive meglio, dove molte cose funzionano bene, bella e attraente per turisti italiani e stranieri; paesaggi incontaminati, buon cibo, gente accogliente. Un posto dove si possono vivere emozioni intense. Ma come spesso accade c’è sempre un lato oscuro, un punto debole. Sono quelle realtà lasciate ai margini, zone periferiche che a volte sembrano non esistere.
Questa è la sensazione di alcuni cittadini dei paesi distanti dai grandi centri. Questa è la sensazione dei cittadini, quando si trovano ad affrontare la vita quotidiana; perché per molti di loro anche ammalarsi e aver bisogno di cure diventa un’odissea. A volte la distanza tra la propria abitazione e l’ospedale è così importante che vi entra in gioco la stessa sopravvivenza.
Questo è il motivo per cui alcuni movimenti politici, sindaci e cittadini, hanno deciso di impegnarsi per la salvaguardia degli ospedali dei centri più piccoli. Ieri pomeriggio il gruppo OGM di Pitigliano ha indetto un dibattito pubblico, al quale hanno partecipato un rappresentate del CREST (Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana); Marco Buselli, sindaco di Volterra e coordinatore della rete dei sindaci che hanno preso in carica la battaglia; oltre ai sindaci di Pitigliano e Sorano e l’ex sindaco di Capalbio Luigi Bellumori.
Durante il dibattito si è cercato di illustrare lo stato critico in cui versano gli ospedali dei nostri piccoli centri, che stanno subendo dei veri e propri smantellamenti ormai da tempo. Si è parlato delle difficoltà dei cittadini e delle politiche messe in atto dalle istituzioni. Irenea Bianchi (OGM) ha denunciato il fatto che durante la riorganizzazione molto spesso “Non si tiene conto delle specificità del territorio”.
Nelle obiezioni che si fanno alle istituzioni c’è il no alle case della salute all’interno dei presidi ospedalieri, la paura è quella che vengano sostitute le cure immediate con questa sorta di ambulatori. La contrarietà si estende anche alla firma dei patti territoriali dei sindaci di Pitigliano, Sorano e Manciano.
E infine la polemica più aspra che vede il contrapporsi pratiche disuguali all’interno della regione. Da una parte ci sono zone che subiscono tagli clamorosi e dall’altra zone che vedono il sorgere di ben quattro grandi ospedali in una zona relativamente piccola (Centro-Nord). Questo viene fatto a causa di una diversa densità abitativa ma a molti viene il sospetto che siano motivazioni politiche che spingano l’acceleratore su quelle parti, forse una questione di voti?
La parola d’ordine del movimento è partecipazione, unita al coraggio e alla voglia di far rispettare i posti dove si è nati. La caratteristica principale di questi movimenti è il fatto che vengono dal basso, sono i cittadini che hanno voglia di far valere i propri diritti e, quello della salute è tra i primi, contro tutta quella politica approssimativa e autoreferenziale, che ormai ha palesemente perso di credibilità.
È la prima volta spiegano i rappresentanti di OGM che i cittadini e le istituzioni dei piccoli centri si uniscono, si è fatto sistema, perché i problemi non li ha solo Pitigliano ma molti altri piccoli centri. Tutti insieme, attraverso firme di petizioni, manifestazioni, dibattiti e proposte si può accendere un faro su quei centri troppo spesso tenuti ai margini.
La rete di persone impegnate hanno iniziato i lavori alcuni mesi fa, sono stati già fatti incontri e le collaborazioni andranno avanti; anche perché la rete è sempre più grande e sono avvenuti contatti con realtà extraregionali che purtroppo si trovano in situazioni analoghe.
Le firme e le proposte sono già state inviate al governatore Rossi ma lui non ha mai risposto. Tutto è passato anche sopra le scrivanie di Marroni, Marras, Mariotti e i sindaci di Sorano, Pitigliano e Manciano. Le istituzioni sanno, ma spesso non agiscono.
E per questo si sta organizzando una manifestazione per il 7 dicembre a Firenze, dove tutti i rappresentati dei movimenti e tutti coloro che hanno voglia di far questa battaglia possono andare e partecipare.
Il rappresentate CREST Chiodi crede nella manifestazione che sta organizzando, ha esortato a partecipare, allo slogan “E’ qui che vogliamo vivere”. Combattere una battaglia per avere dei servizi di base e per rendere tutta la Toscana abitabile e più civile.
Esortatore anche il sindaco Volterra Buselli “Non possiamo avere una Toscana a due velocità. Una parte fornita e una zona come la nostra o come Pitigliano, troppo distanti dai presidi di riferimento” e ha aggiunto “E’ bello vivere qui, anche se difficile. Dobbiamo fare i numeri e dobbiamo manifestare a Firenze”.
I sindaci, chiamati a spiegare il perché delle loro scelte, prima fra tutte la firma dei patti territoriali hanno risposto così. Vanni (Sorano) “Abbiamo firmato perché volevamo mettere dei paletti, abbiamo voluto fare accordi e mettere delle clausole, altrimenti tutto sarebbe andato avanti senza il nostro controllo”. Sulla questione delle case della salute “Se viste in un certo modo possono essere un arricchimento. Ho chiesto una garanzia, le case della salute non devono pregiudicare la rete ambulatoriale sul territorio” ribadendo “firmando i patti abbiamo tamponato la situazione. Noi non siamo d’accordo con le riconversioni e nei patti non se ne parla”.
Sulla stessa linea Camilli (Pitigliano), che ha firmato i patti per monitorare meglio ciò che dall’alto viene deciso e messo in pratica. Ma lui a Firenze non ci sarà.
Di altro avviso l’ex sindaco di Capalbio che non ha mai firmato i patti che non avevano convinto lui e la sua giunta. Certo che combatterà a Firenze perché non vengano tagliati i servizi della zona e perché la Maremma non sia “Soltanto il bel giardino della Toscana”.
Ad oggi quei patti di cui si discute non sono ancora stati attuati. Ad oggi c’è la consapevolezza che non esistono zone isolate, ma molti altri toscani, molti altri italiani, vivono delle situazioni critiche. E la consapevolezza ha unito le persone, che vogliono cambiare, che si metteranno in moto per il Diritto alla salute e il Diritto alla cura.
(Elena Tiribocchi)
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