Persone Libro

ASSOCIAZIONE “DONNE DI CARTA”


Siena- Nel silenzio di una biblioteca, nel chiasso di una piazza, nel raccoglimento di una stanza piena di gente che assiste alla presentazione di un libro, all’improvviso prendono la parola persone e cominciano a “dire” pezzi di libri.
In mezzo al pubblico o su un palco, seduti o in piedi, dicono parole prese in prestito dai libri più amati. Sono stralci di romanzi, pochi versi o una canzone intera per raccontare al pubblico una idea o per raccontare qualcosa di sé.
Usare parole che altri hanno scritto, che fanno parte di un libro, che in un certo momento della vita si è letto e che ha cambiato il corso delle cose o ha dato una spinta diversa alla propria vita. Usare quelle parole per raccontare una propria visione della vita e per regalare una emozione a chi ha deciso di ascoltare.
Questa è l’attività delle “persone libro”, uomini o donne che amano la lettura e che credono che la cultura sia un mezzo per migliorare la società. Le persone libro fanno parte di una associazione culturale “Donne di carta”.
Un progetto nato a Roma nel 2008, dove si trova la “Casa madre” e che nel tempo ha aumentato le sue cellule in giro per l’Italia. In Toscana sono presenti gruppi a Firenze, Siena, Arezzo, Empoli, Pistoia.
L’Associazione si rifà ad un progetto spagnolo ideato da Antonio Rodriguez Menendez “Proyecto Fahrenheit 451 - personas libros” che a sua volta ha preso spunto dal libro di Ray Bradbury che porta proprio lo stesso titolo del 1955 e dal successivo film di Truffaut (1966). Il romanzo fantascientifico di Bradbury narrava la storia di una comunità di persone a cui era stata negata la possibilità di leggere. I libri dovevano essere tutti bruciati. Ma molte di quelle persone coinvolte decisero di ribellarsi e iniziano ad imparare a memoria i libri a cui erano maggiormente legati che vivevano in un villaggio dove era stato deciso di vietare la lettura e dunque di bruciare tutti i libri; per non far morire proprio la memoria di quelle pagine.
Il progetto dalla sua nascita ad oggi ha fatto molti passi avanti e ha sempre più sostenitori. Tutti gli associati hanno persino redatto una “Carta dei diritti della lettura” dove ci sono articoli che spiegano gli obiettivi e gli ideali dell’Associazione.
Questo documento può essere sostenuto attraverso una raccolta firme online, perché verrà presentato al Parlamento Europeo con l’obiettivo di far appoggiare la creazione di una “Casa per la lettura” tramite la quale sia sempre più facile diffondere la cultura. La loro idea è quella di costruire una biblioteca dove si possano donare o prestare libri, a cui le persone sono legate, per poterli condividere con altri amanti della lettura. Continuare anche in questo modo lo scambio reciproco della lettura.
Inoltre l’associazione, presentando la Carta al governo italiano, ha ricevuto una medaglia dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La cellula senese è composta da un bel gruppo di persone, dai ragazzi delle scuole superiori fino a signore già in pensione. Accomunati tutti dal piacere della lettura e dal godimento di poter dire parole di fronte ad ascoltatori, un godimento per l parola scritta. E ogni volta che presentano il loro progetto aggiungono qualche elemento che sull’onda dell’emozione decide di prender parte al gruppo.
Le persone libro di Siena hanno recentemente organizzato la presentazione di una raccolta di poesie “Dalla mia finestra” di Cinzia Francioni, dottoressa e poeta senese, presso la libreria Becarelli di Siena. E una giornata alla biblioteca comunale di Sinalunga dove si festeggiava la chiusura del mese dedicato al libro.
Inoltre girano per le scuole della città per continuare a diffondere, specie tra i più giovani, la conoscenza della loro attività e soprattutto la bellezza della lettura.
Ascoltare le loro voci è una emozione inconsueta. Nelle stanze si crea un silenzio magico, pieno di respiri e di corpi che iniziano a vibrare al suono delle parole. I sensi sembrano essere tutti sollecitati. Si ascoltano voci lente e flebili che con naturalezza raccontano pagine e un po’ di sé.
L’atmosfera diventa intima, si comprende che queste persone hanno fatto lo sforzo di cercare la loro voce interiore. Per poi donarlo a chi hanno di fronte. Chi sta seduto ad ascoltare si ritaglia uno spazio tutto suo, per sentire le parole. E alla fine guardandosi negli occhi si crea una relazione, viva e sentita. Sembra di conoscersi e ci si ringrazia reciprocamente per quell’ora passata insieme. Reciprocamente si ha bisogno l’uno dell’altro.
Promuovere la lettura e promuovere la costruzione di relazioni sociali; perché quello che fanno non è recitare ma darsi l’uno all’altro. Si mette in gioco la voce vera, cercata, fuori dalle maschere che spesso si indossano nelle relazioni umane. E il difficile non è tanto memorizzare, quanto lasciarsi andare al suono della propria voce più interna.
Il loro intento è quello di portare i libri dove non ci sono o renderli ancora più vivi lì dove normalmente abitano. Dicono libri nelle biblioteche, nelle piazze, nelle case, in ospedali o in carcere. Dovunque si possano trovare persone, dove come dice una delle fondatrici dell’Associazione “Io dico a te chi sono, io chiedo a te di esistere”.
Questa è la forse “folle” attività delle persone che amano i libri. Per cercare di non omologarsi, per cercare di non accettare tutto passivamente. Per ritrovare l’antica tradizione orale e per seguire le parole di Ray Bradbury “A migliaia, sulle autostrade, lungo le ferrovie abbandonate, vagabondi all’esterno, biblioteche dentro”.

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