Scienza partecipata
“SCIENZIATI CITTADINI”
Applicare nuove forme scientifiche allo studio delle specie animali e vegetali sul territorio maremmano, attraverso la partecipazione della gente comune.
Il mondo sta cambiando molto rapidamente. È innegabile che la diffusione di internet e soprattutto dei social network abbia cambiato la gestione della nostra vita, così come i rapporti e il lavoro.
Se da un lato non sempre può sembrare positivo il fatto di affidare tutta la nostra vita all’esistenza virtuale su un pc, esistono casi in cui lo sfruttamento di questi mezzi è innovativo e molto utile.
Da queste nuove forme di comunicazione si sono sviluppate altre modalità di partecipazione e sono sorte nuove esigenze. Ecco che dunque si diffonde sempre di più l’idea della politica partecipata - fatta di cittadini comuni che danno il proprio contributo alla politica - ma anche il sempre più dilagante fenomeno del civic journalism - quello dei blogger e delle persone che con un semplice telefono hanno la presa diretta di un evento - e quella che ho scoperto da pochi giorni della citizen science.
Questo tipo di procedimento scientifico è qualcosa che negli Stati Uniti così come in Inghilterra è diffuso da circa 10/15 anni, mentre in Italia ha una vita molto più breve, anche se stanno iniziando ad importare tale metodo.
Grosseto è e sarà tra le prime città a sperimentare e sostenere la citizen science. Il promotore è Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma, che da tre anni fa parte di un team italiano-inglese-tedesco nato per creare una banca dati multimediale in cui i cittadini possono inserire i dati delle loro osservazioni in modo tale che poi degli esperti possano rielaborare le informazioni e pianificare interventi.
Il progetto è davvero meritevole, visto che mira alla partecipazione del maggior numero di cittadini e anche alla smobilitazione di finanziamenti per poter operare nei casi di necessità. “Partecipazione per fare scienza” ha spiegato Sforzi “Buona scienza”.
Inoltre è stata sviluppata un’applicazione per smartphone che mira ad una maggiore rapidità di raccolta dati. Infatti ogni possessore di un telefono potrà utilizzare il proprio gps, fare fotografie e appena avrà a disposizione una connessione internet immettere il dato che ha rilevato. Ogni utente registrato potrà accedere sempre al sistema e tenere aggiornato e sotto controllo il proprio archivio personale, una sorta di “taccuino personale, che oggi è virtuale e prima era cartaceo” ha continuato il direttore.
Sabato 15 Marzo ci sarà la prima tappa del progetto grossetano. Il progetto prevede un lungo cammino, una mappatura di diversi habitat da questo anno fino al 2020, una scadenza a lungo termine che può permettere l’identificazione delle modifiche della biodiversità.
Questo primo convegno riguarderà l’ambiente costa e duna della Maremma. Il ricercatore Lorenzo Chelazzi (CNR Firenze) spiegherà ai partecipanti come riconoscere le specie che abitano questo habitat specifico, che sono stati classificati in 18 tipi di invertebrati. Poi ci sarà una verifica per mettersi alla prova e testare la propria capacità di riconoscimento. E infine tutti saranno dotati di un pieghevole con una serie di indicazioni utili da portarsi dietro durante le passeggiate per meglio fare osservazione e raccolta dati.
È stato creato un sito internet www.naturaesocialmapping.it in cui tutti possono accedere registrandosi ed immettere i dati che hanno raccolto durante una loro passeggiata. Tutte le informazioni saranno utili per rielaborare delle teorie perché ha detto il direttore Sforzi “Chiunque può dare un contributo”.
Il 24/25 Maggio sarà la volta del secondo BioBlitz: due giorni, compresa la notte, di uscita sul campo in cui trentasei e più ricercatori staranno sul campo insieme ai cittadini per una raccolta intensa di dati all’interno di un’area protetta maremmana. Ci saranno tende da campo e si potrà osservare da vicino come lavorano gli scienziati, che avranno con sé tutta la strumentazione utile e insieme alla gente potranno raccogliere un’enorme quantità di notizie.
Questa idea è qualcosa che ha il sapore di educazione, di valorizzazione positiva del vivere civile. Un concreto aiuto anche alle istituzioni che potrebbero fare tesoro sia del monitoraggio nuovo e recente sia del contributo di scienziati esperti in certe tematiche.
Al progetto internazionale di cui Sforzi fa parte, hanno già partecipato 750 mila persone -tra ricercatori e cittadini -. Il sogno del direttore del Museo di Storia Naturale è quello di riuscire a creare un modello toscano di Citizen Science, che possa operare anche con le tre principali università della regione per dar vita ad un grande lavoro di studio e salvaguardia del nostro territorio.
Un progetto scientifico importante che mette in risalto ciò che la Maremma ha di speciale, la sua natura con i diversi ambienti che vanno dal mare alla montagna. Un percorso ambizioso che vuole unire la scienza alle persone. Ma soprattutto un esempio della passione che le persone sanno mettere nel valorizzare ciò che le circonda con l’obiettivo di riuscirci attraverso grandi prospettive.
Bel progetto! !
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