Intervista
IL BARATTO AI TEMPI DELLA CRISI
Articolo uscito sul numero di Marzo de "Il Nuovo Corriere del Tufo"
Manciano - In passato dopo una giornata di lavoro ci si ritrovava in casa dei vicini o nell’aia davanti al podere. Probabilmente ci si disponeva in cerchio e si stava “a veglia”: raccontando storie, recitando poesie magari in ottava rima, forse nascevano leggende e canti.
I soldi erano pochi e si usava l’olio prodotto in casa, il formaggio preparato dal latte degli allevamenti, le uova del proprio pollaio da scambiare con altri prodotti o servizi.
Oggi invece abbiamo tutto a disposizione, ogni cosa desideriamo è più o meno acquistabile. Possiamo goderci qualsiasi spettacolo comodamente sdraiati sul divano. Eppure tutto questo non basta per vivere meglio e nemmeno per evitare di piombare in una crisi economica e una crisi che troppo spesso sembra di valori.
Esistono però esperienze che vanno controcorrente e che esprimono in pieno l’ingegno delle persone e la magia dell’arte. A Manciano ad esempio da sette anni si può partecipare al “Festival a veglia”, frutto della fantasia e della capacità di Elena Guerrini. Attrice, sceneggiatrice, scrittrice Elena Guerrini ha pensato a questa modalità una volta ritornata a Manciano, sua terra d’origine, da Bologna dove aveva frequentato il DAMS.
Un teatro senza palcoscenico né platea; la recita si svolge in una piazza, in un vicolo o in una casa. Il pubblico, come un tempo, si porta la sedia da sé e non paga il biglietto ma dona agli artisti olio, vino, formaggio e qualsiasi altro prodotto.
Un’idea nata dalla constatazione della mancanza di forme di intrattenimento e dalla voglia di sperimentare nuove forme di aggregazione. Iniziò tutto da casa sua, raccontando le storie che le aveva tramandato il nonno e quelle raccolte girovagando per i casali. Non solo temi locali ma anche recite tratte da Dante e Boccaccio.
Pian piano altre case hanno accolto le performaces, mentre il festival era sempre più conosciuto e apprezzato; l’idea si fortificava e l’ideatrice è riuscita a portare in paese artisti di fama nazionale -tra gli altri Marco Paolini, Vladimir Luxuria, Simone Cristicchi -. E anche la stampa apprezzava questo gioiello artistico nascosto nella vita selvaggia e un po’ isolata della Maremma, facendone recensioni positive. Un articolo di Elena Di Gioia l’ha chiamato il “festival del dono”.
La caratteristica del Festival è quella di valorizzare l’arte e allo stesso tempo i territori locali, “valorizzare la ruralità” ha specificato la Guerrini. Infatti si apprezzano prodotti naturali della terra, si incentiva l’acquisto dai negozi locali o dai produttori autoctoni, sino all’accoglienza dei turisti presso le strutture alberghiere.
Il fatto di pagare gli artisti tramite il baratto, è apprezzato, molti dei quali decidono di donare a loro volta parte del loro chachet; come Paolini che ha donato parte del suo olio ai poveri della stazione di Bologna.
Lo stile di vita “a baratto” Elena Guerrini lo ha applicato alla sua vita, cercando di dimostrare che si potrebbe vivere in questo modo all’apparenza alternativo. “Io per due anni ho fatto il teatro a baratto e non ho mai fatto la spesa” ha detto raccontando la sua esperienza, applicabile soprattutto nelle piccole realtà dove si conoscono tutti, ha aggiunto “A parte le bollette tutte le altre cose si potrebbero pagare con il baratto”.
Si è ritrovata a fare serate in ristoranti in cui lei recitava poesie e in cambio riceveva la cena. Oppure ha pensato di inventarsi delle letture poetiche all’interno di un negozio di parrucchiera, fare arte mentre le fanno i capelli, come pubblico avere i clienti.
Il Festival sta provando a fare un salto di qualità. È stato scelto dalla fondazione Ilsole24ore tra oltre 600 progetti, entrato nei 40 del contest “Chefare2”, che dovrebbe premiare con cento mila euro il progetto artistico migliore che abbia un alto valore culturale, che sia innovativo, che coinvolga la comunità e che sia etico.
Il progetto MAV (numero 20) -Maremma a Veglia col baratto - poteva essere votato sul sito www.che-fare.com per aggiudicarsi un’ulteriore fase di gara fino a provare a vincere; ed estendere il festival ad altre zone della Maremma (Scansano, Orbetello, Magliano, Capalbio, Grosseto).
La promozione del festival è stata fatta anche durante la proiezione al cinema di Manciano, la sera del 15 febbraio, di un documentario girato durante l’ultima edizione, dove si invitava la gente a sostenere il progetto attraverso il voto via web.
Un progetto ambizioso, all’apparenza innovativo, ma che affonda le sue radici nel passato di tutti noi per riconquistare gli spazi reali, il rapporto vero tra i corpi, il valore della terra. Sembra essere un modo per riscoprire l’importanza della relazione e della complicità, dove in luoghi insoliti ci si ritrova a godere di poesia e di emozioni, addirittura unite alla vita quotidiana.
L’augurio ad Elena Guerrini è quello di vincere e ingrandire il suo festival ma soprattutto quello di dimostrare che attraverso la fantasia e l’ingegno si può dar vita a sfide per migliorare la vita di tutti. Un insegnamento e uno spunto per altre piccole comunità che potrebbero concedersi l’ardito coraggio di imbarcarsi in progetti anti-crisi e inusuali.

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