Invasioni dgitali
Le invasioni digitali sono arrivate nel paese del tufo. Una nuova pratica per scoprire e conoscere luoghi culturali, musei, siti archeologici.
Un’iniziativa nata e ideata da due giovani italiani, Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci, che hanno prima sviluppato una start up per il settore turistico culturale, diventando poi un vero e proprio progetto sul web di condivisione e di organizzazione eventi. L’esperimento, partito dai musei e poi esteso ad altri siti culturali, è stato accolto con entusiasmo in Italia e all’estero, arrivato quest’anno alla seconda edizione con circa 400 invasioni compiute.
I partecipanti all’invasione hanno l’opportunità di documentare la loro esperienza attraverso il web e i social media -twitter, instagram, facebook -. Una narrazione, attraverso il potere delle immagini, del patrimonio che si ritiene debba essere valorizzato. Possono aderire tutti, dai visitatori appassionati agli esperti di comunicazione fino agli storici.
I principi fondamentali di questa pratica sono una organizzazione dal basso dell’esperienza culturale, dove ognuno possa essere un vero e proprio partecipante e non più solo spettatore. L’altro obiettivo è abbattere confini e barriere a favore di una fruizione delle risorse culturali; una sorta di liberazione e svecchiamento dell’arte attraverso lo sfruttamento delle nuove tecnologie.
L’invasione a Pitigliano era stata programmata per domenica 4 Maggio con la passeggiata nella Via cava di San Giuseppe, preceduta da quella del 29 Aprile presso il borgo di Sovana. I visitatori muniti dei loro telefoni, tablet e macchine digitali hanno scattato fotografie che hanno poi condiviso sui social per raccontare ciò che avevano visto. Cinzia Tagliaferri, una delle organizzatrici, si è detta entusiasta dell’iniziativa «è stato un modo per condividere con amici e conoscenti un po’ di tempo, alla scoperta dei nostri territori» aggiungendo «Ti senti cittadino in queste occasioni. Ti rendi conto che puoi fare qualcosa e non sei solo un cittadino passivo». Per quanto riguarda l’invasione della via cava c’era il doppio scopo di mettere in luce non solo l’unicità dell’antica via scavata nel tufo, ma anche la situazione di degrado e precarietà di alcuni tratti del percorso.
Infatti l’iniziativa era sostenuta dal comitato “esseOesse Vie Cave” che da mesi denuncia lo stato di criticità delle vie cave di Pitigliano e cerca di promuovere iniziative per salvaguardare il patrimonio del paese, oltre che sostenere la procedura per la candidatura dei siti a patrimonio UNESCO. La presidente Francesca Xerry De Caro ha detto “Abbiamo cercato con questa iniziativa di mostrare il bello di questi posti, anche se ci sono molti problemi da risolvere”.
Una pratica che questa della invasioni per riconquistare il contatto diretto con ciò che ci appartiene come cittadini e come persone, che si vuole opporre alle tante emergenze che gravano sulle risorse del paese. Un modo di ampliare le conoscenze a partire dalla gente. E basti pensare che una fotografia scattata a Sovana è stata “ritwittata” da un museo di Sidney, superando i confini di spazio e tempo.



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