Cineteatro di Pitigliano

La sfida dei piccoli centri ai multisala delle città, il cinema come luogo di aggregazione




Il Teatro Salvini è ormai da alcuni mesi entrato in funzione con una buona partecipazione di spettatori, che hanno potuto approfittare di questa opportunità per godere di programmazioni cinematografiche interessanti.
Nell’ultimo periodo è stato valorizzato dall’arrivo del film “Le Meraviglie” di Alice Rohrwacher, vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, girato per lo più nella zona della colline del Fiora e Alto Lazio, terra d’origine della regista a cui pare essere molto legata.
Il fine settimana seguente all’uscita del film -avvenuta il 22 Maggio - è infatti arrivato eccezionalmente, grazie alla sollecitazione della stessa regista alla casa di distribuzione BiM per omaggiare i luoghi che avevano ospitato le riprese.
L’arrivo del film in un cinema di provincia è sempre conseguente a quello delle grandi città ma questa volta, come ha confermato il presidente della Cooperativa Ape Regina Emiliano Barberini, che ha in gestione il cinema in teatro, è stato straordinario e molte delle comparse che hanno partecipato al film avranno potuto rivedersi sullo schermo. 
Il teatro ha dunque questa nuova veste, che in realtà non è poi così nuova, perché già cinquanta anni fa la struttura aveva ospitato il cinema. Al suo interno non è cambiano nulla eccetto una nuova piccola struttura per la cabina proiezione ricavata la dove già si trovava cinquant’anni fa. Lo schermo e le casse invece sono mobili in modo da poter sempre lasciare lo spazio alle scenografie del palcoscenico.
La cooperativa si avvale di nuove tecnologie digitali che possono rappresentare «Un’opportunità in più per i cittadini» ha spiegato Emiliano Barberini, che già da tre anni ha in gestione anche la struttura cinematografica di Acquapendente. 
Per quanto riguarda il periodo estivo la cooperativa sta pensando ad un’arena all’aperto, anche se ancora non c’è nessuna certezza che si possa realizzare, sebbene l’idea di un cinema sotto le stelle sia nei loro progetti. 
Questo nuovo modo di fare cinema con mezzi semplici ma altamente tecnologico sembra essere una via per contrastare la grande concorrenza delle strutture centralizzate delle città. «Una sfida difficile» dice Barberini ma che ha anche un valore sociale, per ridare qualità e vivacità ai centri storici e ai piccoli paesi sempre più vuoti e sempre più soli.

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