Incontro con l'autrice

L’ESTATE DELLA VITA



Un libro ambientato nella Maremma delle colline, che racconta il senso dei rapporti, la ricerca della felicità, la crescita umana dei protagonisti. “Luci e ombre d’agosto” di Roberta Trice edito da Effigi lo scorso aprile. L’autrice, milanese di nascita, trasferitasi in Maremma da qualche anno, ha scelto le nostre colline per ambientare il suo romanzo; una storia che definisce al “femminile” e che abbraccia le emozioni e la ricerca del senso delle cose.

Quando è nato il bisogno di scrivere questo libro?
Era un po’ di tempo che ci pensavo ma facendo la docente universitaria e la giornalista, non avevo avuto tempo per concentrarmi sulla scrittura del romanzo. Invece poi mi sono trasferita qui e ho avuto il tempo per meditare.

Perché ha scelto di trasferirsi in Maremma da Milano?
Ho scelto di venire qui perché amo questi posti e ho dei ricordi di mio padre e mia madre. Lui era inglese e mia madre di Milano ma venivamo d’estate, avevamo una casa. Adesso siamo io e mio figlio, ho scelto questo posto perché amo vivere qui.

Cosa racconta la sua storia?
Racconta la ricerca del senso dell’amore. I rapporti tra le persone. E ho voluto raccontare il rapporto con i figli, che spesso nei grandi romanzi sono marginali, invece nel reale sono sempre presenti. Una storia che vorrei potesse essere un esempio per i giovani, in particolare per le ragazze.

Infatti la protagonista è proprio una giovane. Chi è Genny?
Io ho creato questo personaggio amandolo. Ho voluto che fosse moderno ma che non seguisse quello che i giornali e le televisioni si aspettano da una ragazza di diciannove anni. Genny ha una sua personalità. Lei ha una dipendenza positiva dalla terra, un legame fortissimo con il padre e una parte delle sua personalità ribelle alla ricerca di esperienze sue.

Leggendo il libro si incontra una diciannovenne molto matura..
Io credo che ci sia necessità di dare una svolta a ciò che la gente considera una ragazza giovane e intraprendente. Penso che l’intraprendenza sia positiva.
Ho creato questo personaggio perché vorrei che tante giovani che hanno le capacità si ispirassero a lei; mentre vedo che c’è un dispendio di energie in strade che portano a poco.
Genny è soprattutto curiosa, curiosa di cultura, chiede alle persone, cerca nei libri, vive alla ricerca delle risposte.

Cos’è la curiosità per Genny e per Lei?
Genny è curiosa della vita e delle storie. Importante per una persona giovane perché, a mio modestissimo parare, sviluppa la mente. La cosa più facile è andare dove si danno le certezze, se invece si hanno dei dubbi ci si muove e si va avanti e si cresce; anche le scelte difficili sono importanti.

Nel testo ci sono molti personaggi femminili. Genny, Elide, Silvia, Velia tra le principali, molto diverse l’una dall’altra, m tutte importanti.
Il mondo femminile è estremamente variegato, diverso da quello maschile, pur essendo due realtà che si compenetrano o a volte che si distruggono. Nella sfera del femminile io ho conosciuto tante figure diverse. A partire dai racconti della mia famiglia, che da parte di madre ha origine in Turchia e di mio padre in Inghilterra. Tutti i racconti che ho ascoltato nella vita mi hanno parlato di tante donne diverse. 

Il silenzio è altra cosa importante nel racconto
Ci sono cose non dette. “Ci sono tanti modi per riuscire a parlare” dice Silvia, però non riesce a trovarli. L’errore più grande è soffrire in silenzio eppure spesso ci comportiamo così. 

Il paesaggio della campagna, quello della cittadina sulla costa, la grande metropoli, i ricordi arabi sono descritti con passione. Quanto conta il rapporto con il mondo?
Il rapporto con il paesaggio è molto importante per i personaggi dentro al romanzo. Emozioni che non hanno tempo né spazio. La conoscenza passa anche attraverso il paesaggio che svela a volte delle risposte, a coloro che si fermano ad osservare.

Un romanzo di rapporti umani, non sempre facili, come nella quotidianità?
Spesso ci sono rapporti irrazionali. Forte è il legame tra Genny e il padre. Poi c’è quello tra Elide e il figlio maschio, che vede indifeso e problematico; essa ha una debolezza irrazionale verso di lui, non può accettare che Mirko diventi autonomo mentre riesce con la figlia. Sono cose che accadono nelle vita. Anche i rapporti d’amore non sono sempre lineari, ma subiscono gli umori e le insoddisfazioni.

Un romanzo piacevole, dove la vita delle persone prende forme diverse e appassionanti. Un testo dove gli opposti convivono come nella realtà: vita e morte, gioia e disperazione, interiorità e natura tangibile. Un testo che esalta la libertà, la possibilità di scegliere e che implica il restare nudi e limpidi senza le maschere imposte dalla società.
I personaggi sono delineati con tutte le emozioni positive e senza paura di quelle negative. Un continuo gioco di alternanza dove ognuno può riconoscere un pezzetto della propria esistenza.

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